SAN MARTINO - Casate

 

La chiesetta di San Martino è situata lungo la strada mulattiera che da Casate scende a Grumo ed è costituita da un semplice edificio con campanile, preceduto da un portico ornato da un  ingenuo affresco raffigurante le Anime Purganti. Al di sopra delle due finestre che affiancano l’entrata, fino al 1950 circa, erano presenti due nicchie in cui erano collocate delle ossa umane che si diceva fossero state ritrovate nei campi circostanti in tempi molto lontani.

All’interno l’altare è costruito con marmi policromi e la pala affrescata rappresenta la Vergine con S. Martino e S. Ambrogio. Al di sopra un affresco ottocentesco raffigura il Transito di S. Giuseppe.

 

La citazione più antica di questo luogo è  in un rogito notarile del 1436 riguardante un terreno appartenente alla chiesa di S. Martino di Lierna, in località Prato Grasso.

Dopo due secoli, alla fine del Seicento, il parroco di Lierna scrive che durante le processione delle Rogazioni si visitavano i resti dell’antico oratorio di S. Martino.

Nel 1899 il vescovo Valfrè di Bonzo si limita ad un cenno alla nuova chiesetta ricostruita, scrivendo che era stata eretta nel 1868 con il contributo dei liernesi emigrati nelle Americhe, per onorare la tomba dei padri, nel luogo ove era posto l’antico cimitero.

 

L’Oratorio è legato a leggende riguardanti “morti miracolosi” che  apparivano in sogno ai liernesi nei momenti di difficoltà fornendo consigli utili, prevedevano il futuro, intervenivano in caso di bisogno ed  erano considerati potenti numi tutelari del paese, degni di preci e rispetto.

Per propiziare le anime di questi defunti all’inizio del secolo scorso venivano effettuate delle processioni domenicali a questa chiesa, dopo i vespri pomeridiani.

Nelle località vicine rimangono ancora dicerie riguardanti fiammelle tremolanti avvistate durante la notte nel prato intorno alla chiesa, ritrovamenti di teschi, racconti di antichi morti di peste, di colera e di altri morbi e memoria di semplici sepolture coperte con lastre di pietra, senza corredi funebri, scoperte a fine Ottocento nei terreni attorno alla chiesetta.

Uno scritto del 1789 del curato Antonio Casartelli, conservato nell’archivio parrocchiale, ha infine chiarito l’origine di questi racconti.

Nel gennaio di quell’anno, mentre venivano eseguiti degli scavi nel fondo di S. Martino, sterile e infestato da spine e ceppi di rovere, dove rimaneva solo una lapide scoperta che copriva un piccolo sepolcro, si iniziarono a trovare numerose tombe antiche contenenti cadaveri umani. I sepolcri erano costituiti semplicemente da due lastre di pietra e una più lunga sopra il cadavere.

Le pietre furono portare in casa parrocchiale dove servirono a pavimentare il portico d’ingresso e l’aia nel cortile, mentre le ossa vennero deposte in una cappelletta vicina alla strada, rinchiusa con ferrata e rete metallica. L’edicola venne poi decorata con le effigi della B.V. del Rosario, di S. Ambrogio e S. Martino per mantenere memoria dell’antico oratorio pre-esistente e del relativo cimitero.

 

Fonti: - Archivio parrocchiale di Lierna

           -  Archivio diocesano di Como.